Al bar ogni giorno si sedeva un uomo e ordinava due caffè – un giorno il cameriere non resistette e gli chiese perché…

Il bar all’angolo della strada era piccolo, ma accogliente. I divanetti di pelle accanto alle finestre, il profumo di prodotti da forno appena sfornati e una musica soffusa creavano un’atmosfera che invitava a tornare. Dietro il bancone, ogni mattina, c’era Jason — il cameriere dai passi rapidi e il sorriso leggero. Conosceva i clienti abituali per nome, sapeva cosa piaceva a ognuno, chi veniva con un libro e chi semplicemente per godersi un po’ di silenzio.
Ma c’era una persona che spiccava tra tutte.
Ogni mattina, puntuale alle 08:00, entrava nel bar. Capelli grigi, aspetto curato, una sciarpa ben annodata e una giacca scura. Si sedeva sempre allo stesso tavolo accanto alla finestra. Ordinava due caffè. Uno — nero, l’altro — con latte. Non cambiava mai ordine. E guardava sempre fuori dalla finestra.
I camerieri cambiavano, ma Jason lavorava lì da più tempo di tutti e ogni volta portava l’ordine in silenzio. Ogni tanto provava a fare conversazione, ma l’uomo annuiva cortesemente e si perdeva nei suoi pensieri. La tazza con il latte rimaneva sempre intatta. Sempre. Solo il caffè nero pian piano scompariva dalla tazzina di porcellana bianca.
Andò avanti così per anni.
Un giorno, in una mattinata particolarmente piovosa, Jason non poté più trattenersi. Si avvicinò con l’ordine, poggiò le tazze e chiese sottovoce:
— Mi scusi, posso farle una domanda?
L’uomo lo guardò con un lieve sorriso.
— Certo.
— Ogni giorno ordina due caffè. Ma ne beve uno solo. Non voglio essere indiscreto, ma… perché?
L’uomo guardò la seconda tazza. Poi la finestra. Poi di nuovo Jason.
— È per Emily. Mia moglie. Venivamo qui insieme ogni giorno. Per quindici anni. A lei piaceva il caffè con il latte e diceva che una mattina senza quella tazza non era una vera mattina. Poi… è andata via. Molto lontano. Non ci siamo mai lasciati. È solo… la distanza. Ma continuo a venire. Perché qui c’è tutto quello che avevamo.
Si fermò.
— Mi disse: «Se un giorno non potrò più venire, ordina comunque due caffè. Così saprò che mi stai aspettando». Io aspetto. Da otto anni. A volte sembra — che stia per entrare.
Jason annuì. Non fece più domande.
Da quel giorno, se qualcuno dei nuovi colleghi cercava di fare chiarimenti sull’ordine, Jason li fermava con gentilezza.
Un mattino però, l’uomo arrivò… ma non era solo. Entrò una donna, con ciocche argentate alle tempie e occhi pieni di riconoscimento. Lui le teneva la mano.
L’ordine fu lo stesso di sempre. Ma quel giorno bevvero entrambi.
Perché a volte la fedeltà non sta nelle parole, ma in una tazza vuota che continui a posare. Anche se nessuno arriva. Finché, un giorno — arriva.