Una padrona mandò la gatta al gelo, ma il cane del vicino non permise a lei e ai suoi piccoli di congelarsi
Quella sera l’inverno imperversava senza pietà: un vento tagliente buttava giù per terra, e la neve pungente si infilava dentro il colletto, cercando di congelare negli intrepidi passanti le ultime briciole di calore. In uno dei cortili tranquilli di questa piccola città si è svolta una storia che a prima vista poteva sembrare irrilevante, ma era davvero commovente e piena di un’imprevista gentilezza e vera abnegazione.
Marta viveva in una vecchia casa a due piani in periferia, dove i cortili apparivano solitari e desolati nel freddo rigido. Aveva una gatta di nome Sophie, una bellezza bianca e nera con eleganti zampette e occhi verdi. Fino a poco tempo fa, gironzolava per casa, camminando dolcemente sui cigolanti pavimenti e allietando la padrona con il suo lieve ronfare. Ma un giorno tutto cambiò: Sophie risultò incinta. Marta, che già riusciva a malapena ad arrivare a fine mese, improvvisamente sentì che non sarebbe riuscita a mantenere diversi animali tutti insieme. Decise che la soluzione migliore era sbarazzarsi di loro in modo radicale.
In quella sfortunata serata, quando il freddo pungente pungeva le guance e le mani, Marta semplicemente mise Sophie fuori dalla porta, senza nemmeno lasciarle una vecchia coperta o una scatola. Poche ore prima Sophie aveva partorito, nascondendosi nell’angolo buio del ripostiglio. Ora stava al muro, stringendo con sé i suoi minuscoli gattini. I piccoli batuffoli miagolavano compassionevoli, non capendo perché al posto di un morbido lettuccio e del caldo materno erano circondati dal vuoto gelido.
Ma, fortunatamente, nella casa accanto viveva Lucas, un uomo gentile che aveva un grosso cane di nome Toby. Il cane aveva un carattere straordinariamente amichevole, adorava gli ospiti e spesso correva per il cortile con un baccano a salutare qualsiasi anima smarrita. Lucas e Toby quella sera stavano proprio rientrando da una breve passeggiata. Arrivando alla sua cancellata, Lucas udì un miagolio strano, che gli fece rabbrividire la schiena. Andò verso il suono e vide Sophie appiccicata alla recinzione, coperta di neve insieme ai suoi minuscoli gattini.
Mentre Lucas cercava di capire cosa fare, Toby inaspettatamente fece un passo avanti e… iniziò a scodinzolare tranquillamente, come per invitare la gatta e i suoi piccoli a seguirlo. Sophie, sorpresa da quel gesto del cane, si mosse lentamente in avanti. Loro e Toby una volta si erano incontrati nel cortile: lui era sempre stato calmo e affettuoso anche con i gatti. Ora, spinta dall’istinto materno, seguì il cane nella sua cuccia. Era stretta, ma molto più calda che fuori. Sophie si adagiò cautamente sulla morbida paglia, stringendosi ai suoi gattini, mentre Toby si sistemò all’ingresso, chiudendo il passaggio con il petto e riscaldandoli con il suo corpo massiccio.
Lucas non ci avrebbe creduto se non l’avesse visto con i propri occhi: un cane e una gatta uniti contro il freddo implacabile. Un cane, apparentemente discendente diretto dei predatori selvatici, mostrava tenerezza e disponibilità a proteggere chi era più debole. E Sophie, fidandosi della bontà del cane, riuscì a proteggere i suoi piccoli dalla morte certa.
Nel frattempo, Marta, rimasta nel suo freddo appartamento, assalita da dubbi e rimorsi, provava un’angoscia inspiegabile. Non sapeva dove fosse finita la gatta, ma pensava che “in qualche modo” avrebbe trovato un rifugio. Quando al mattino uscì nel cortile, vide il Toby di Lucas condurre allegra Sophie per il cortile, seguita dalle soffici pesti che barcollavano e si spingevano l’una contro l’altra. Marta provò vergogna e confusione: un cane, che molti consideravano un “animale pericoloso”, aveva mostrato più compassione di una persona.
Vedendo questa straordinaria scena, la donna non poté trattenere le lacrime. Sophie la guardava con il suo solito sguardo calmo, come per scusarsi del fatto che aveva dovuto cercare aiuto da estranei. E Toby sollevò il muso, scodinzolando e guardandola, come per dire: “Vedi, siamo vivi e ci siamo riscaldati”.
Da allora, in quel cortile non ci fu mai più spazio per l’indifferenza. Lucas aiutò Marta a trovare una soluzione sicura: Sophie e i suoi gattini si trasferirono temporaneamente in un’accogliente dependance della sua casa. Toby sorvegliava orgoglioso i suoi nuovi amici, e Marta pian piano iniziava a capire che anche nelle situazioni più difficili non bisogna dimenticarsi della misericordia. A volte le lezioni di saggezza ci giungono non dagli uomini, ma da coloro che consideriamo “nemici naturali”. E un giorno, guardando i cuccioli e i gattini che condividono una ciotola, capisci: la vera bontà non dipende dalla razza, dalla taglia o dalle abitudini – nasce nel cuore di chi è pronto a non lasciare che gli altri congelino nel crudele inverno.