La vicina portava del cibo in un cortile abbandonato, poi confessò a chi lo stava portando

Il cortile abbandonato all’angolo della strada era ormai da tempo parte del panorama locale. I cespugli si erano ingranditi, il cancelletto si reggeva su un solo cardine e il sentiero era scomparso sotto uno spesso strato di foglie secche e terra. Nessuno ci entrava, nessuno, tranne la signora Evelyn.
Ogni sera usciva da casa sua con un cestino accuratamente coperto da un tovagliolo. Passava accanto ai recinti dei vicini e spariva dietro la recinzione scrostata. Tornava dopo una decina di minuti. Qualcuno pensava che stesse dando da mangiare ai gatti. Qualcun altro immaginava stesse rivivendo il passato. Nessuno le chiedeva nulla — fino a una certa sera.
Quando Alex, uno studente in vacanza, affittava una stanza dai vicini della signora Evelyn, la vide per la prima volta uscire di casa con un cestino. La curiosità ebbe la meglio su di lui. La seguì, cercando di non fare rumore. Il cortile lo accolse nel silenzio. Le foglie si increspavano sotto i piedi, il vecchio gazebo sembrava parte di una scenografia di un film.
Si fermò a pochi passi di distanza quando sentì la donna parlare a bassa voce:
— Oggi i panini sono un po’ più dolci del solito. Spero che ti piacciano.
Alex sporse leggermente la testa per sbirciare. Sul vecchio tavolo c’erano due ciotole: una con il cibo e l’altra con l’acqua. Accanto, su una coperta, giaceva un album da disegno chiuso.
La signora Evelyn si accorse di lui. Non si spaventò, né si sorprese. Si limitò a annuire:
— Avvicinati, se vuoi.
Lui si avvicinò, in silenzio, con un leggero imbarazzo.
— Lei… sta dando da mangiare a qualcuno? — chiese con cautela.
Lei sorrise, con una leggera malinconia.
— Mio figlio. Amava questo posto. Qui giocavamo, leggevamo, a volte restavamo semplicemente in silenzio. È cresciuto da tempo. È partito. Non scrive. Ma io vengo — perché potrebbe tornare. O forse qualcun altro avrà bisogno di cure.
Alex restò in silenzio a lungo. Poi disse:
— È bellissimo. Quello che fa.
Da quel momento iniziò anche lui a tornare lì. A volte con un libro, a volte — solo per sedersi in silenzio. La signora Evelyn continuava a portare il cibo. E un giorno, con sorpresa di entrambi, nel gazebo comparve un gattino bianco e nero. Non aveva paura. Si avvicinò, si sdraiò sulla coperta e chiuse gli occhi.
— Ecco, — disse lei. — Mi sembra che qualcuno sia arrivato dopotutto.
E in quel cortile, dove prima c’erano solo ombre e ricordi, tornò a esserci la vita. Silenziosa, discreta — ma reale.