Quando ero giovane, mio nonno mi regalò il suo vecchio orologio. A quel tempo ero un ragazzino sciocco e non apprezzai affatto il dono, ma con gli anni ho capito che non era solo un regalo

Quando compii diciotto anni, il nonno mi donò il suo vecchio orologio.
Un orologio semplice, con il vetro graffiato e un cinturino di metallo consumato dal tempo. All’epoca disse semplicemente:
— Lascia che ti accompagni nella vita.
Io, come un ragazzo stupido, alzai solo le spalle e mormorai:
— Grazie.
Mi sembrava solo un vecchio cianfrusaglio, niente di speciale. Volevo qualcosa di più trendy, moderno, e non quel “vecchio orologio del nonno”.

Poche settimane dopo, lui se ne andò. Improvvisamente, senza preavviso. Non avevamo nemmeno avuto tempo di parlare davvero. Ricordo le sue mani, l’odore del tabacco e della vecchia crema da barba, e come mi guardò quel giorno — come se volesse aggiungere qualcosa, ma rimase in silenzio.
Dopo il funerale, misi l’orologio in un cassetto e non lo ripresi più in mano. Gli anni passarono.

Di recente, mio figlio stava rovistando tra le mie vecchie cose.
Ero seduto in cucina, lo sentivo far cadere qualcosa e trafficare. Poi entra e dice:
— Papà, cos’è questo?
In mano aveva l’orologio del nonno.
— Wow, è vero? Posso guardarlo da vicino?
Sorrisi e annuii.
Lui lo prese delicatamente nelle mani, lo girò e improvvisamente notò:
— Papà, qui dietro c’è qualcosa scritto…

Presi l’orologio. Sulla parte posteriore, graffiata e annerita, c’era davvero un’incisione.
«Apprezza il tuo tempo, non lo potrai riavere…»

Guardai a lungo quelle parole. Avevo un nodo in gola, come se qualcuno mi stringesse il cuore.
Tutti questi anni non avevo notato ciò che il nonno voleva dirmi. Non sapevo che mi avesse lasciato un messaggio — semplice, ma autentico.
Ricordai come allora non gli dissi nemmeno “grazie”, né “ti voglio bene”, misi semplicemente il regalo nel cassetto e lo dimenticai.
Ma lui, a quanto pare, credeva che un giorno l’avrei letto.

Mio figlio rimase in silenzio, guardandomi.
— Il nonno l’ha scritto da solo? — chiese piano.
— Sì — risposi. — Lui ha sempre fatto tutto con le sue mani.

Ora quell’orologio sta sulla mia scrivania. A volte lo carico e ascolto il suo ticchettio — regolare, calmo, come se il nonno fosse accanto a me a sussurrare: «Apprezza il tuo tempo, non lo potrai riavere…»

Troppe volte pensiamo di avere ancora tempo — per chiamare, dire qualcosa, abbracciare, ringraziare. E poi restano solo gli orologi, che continuano a ticchettare, ricordandoci che il tempo passa, anche se restiamo in silenzio.

Tu — hai detto oggi a una persona cara quanto la ami?

Related Articles

Back to top button