A scuola avevano annunciato una raccolta di abiti caldi e una bambina donò l’unico cappotto invernale che possedeva

A scuola c’era un gran trambusto: nei corridoi si affollavano i bambini, chi a discutere le ultime notizie, chi a ridere, mentre qualcuno correva con grandi sacchetti in mano. Fin dal mattino, gli insegnanti avevano informato sull’importanza della raccolta di vestiti caldi per chi ne aveva bisogno, e già all’ora di pranzo, nell’atrio, si potevano vedere diverse scatole piene di sciarpe, guanti e maglioni. C’è chi aveva portato vestiti usati, e chi addirittura quasi nuovi, ma comunque inutilizzati.

Sofia stava in disparte, stringendo tra le mani il suo cappotto. L’unico cappotto invernale che avesse.

Aveva sentito l’annuncio quella stessa mattina, quando l’insegnante aveva spiegato che, quell’anno, molte famiglie si trovavano senza abiti adatti per affrontare il freddo. Si parlava di bambini che non avevano nulla da indossare contro il gelo, di genitori costretti a scegliere tra comprare del cibo e un paio di scarpe invernali. Sofia ascoltava attentamente e dentro di sé provava una sensazione strana, un misto di dolore e compassione. Sembrava quasi che qualcuno le stesse stringendo il cuore.

A casa sua non c’era nulla di superfluo. Lei e sua madre vivevano in un appartamento piccolo e freddo, che si riscaldava a malapena, ma ormai si erano abituate. Il cappotto che Sofia indossava già da due inverni era il suo unico scudo contro il freddo. Sua madre aveva risparmiato a lungo per comprarlo, cercando il modello più caldo e resistente, perché voleva che sua figlia non soffrisse nelle giornate gelide.

Ma ora, guardando quelle scatole piene dei piccoli gesti di gentilezza di altre persone, Sofia capiva che, da qualche parte, c’era qualcun altro che tremava di freddo e aveva più bisogno di quel cappotto di lei.

La decisione non fu lunga da prendere. Con un gesto deciso, aprì la cerniera, si tolse il cappotto e lo posò sopra gli altri indumenti nella scatola. Si fermò per un istante – sentiva un nodo stretto dentro di sé – ma poi prese un respiro profondo e sorrise. Si immaginava un bambino, uno sconosciuto, che indossava quel cappotto e si scaldava per la prima volta dopo tante settimane di gelo.

Quando Sofia uscì da scuola, l’aria gelida le punse le spalle, passando attraverso la maglietta sottile. Si strinse nelle spalle, fece un pugno con le mani e camminò veloce verso casa.

Il giorno dopo, mentre gli insegnanti raccoglievano tutto per la distribuzione, la maestra Laura, la coordinatrice di classe, notò quel cappotto familiare. Sapeva a chi apparteneva. Sapeva che Sofia non ne aveva un altro.

Quella stessa sera, chiamò la madre della bambina.

— Vorrei parlare di Sofia, — iniziò con cautela. — Ieri ha donato il suo cappotto… So che non ne ha altri.

Dall’altra parte della linea ci fu un momento di silenzio.

— Lo so — rispose la donna in tono calmo. — Me l’ha detto lei.

— Ma… perché non l’ha fermata?

— Non me l’ha permesso.

L’insegnante sospirò profondamente, cercando le parole giuste da dire.

Il giorno seguente, quando Sofia arrivò a scuola, la maestra Laura la chiamò da parte.

— Voglio mostrarti una cosa, — disse, conducendola verso una delle scatole con gli indumenti che non erano ancora stati distribuiti. Sofia riconobbe il suo cappotto, ma notò che sopra di esso c’era un altro cappotto: nuovo, con un morbido cappuccio di pelliccia e una fodera calda.

— È per te.

— Ma… io…

— Hai donato il tuo cappotto per aiutare qualcuno. Ma ora qualcun altro ha voluto aiutare te.

Gli occhi di Sofia si riempirono di lacrime.

— Non è del tutto giusto, — sussurrò.

— Il bene torna sempre indietro, — sorrise la maestra Laura.

Sofia prese il cappotto, accarezzandone la morbida stoffa. E poi pensò che, forse, era proprio così che funzionavano i piccoli gesti di gentilezza: un semplice atto poteva avviare una catena di eventi capace di cambiare la vita di qualcuno.

Ora, al caldo, sapeva che da qualche parte, anche se non lo avrebbe mai conosciuto, qualcuno sentiva lo stesso calore. Ed era il premio più bello di tutti.

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