Stavo andando a conoscere il nuovo uomo di mia mamma… e non avrei mai potuto immaginare di chi avrei visto il volto, si è rivelato essere il mio…

Onestamente, ancora non riesco a capire del tutto come prenderla, anche se sembra tutto a posto. Ma vi racconterò tutto passo passo.
Mia mamma è sola da molti anni. Ha più di cinquanta, lavoro, casa in campagna, non ha ancora nipoti e io stessa sono sempre più occupata. Dopo il divorzio sembrava che avesse messo una croce su se stessa come donna. Diceva:
— Ormai è troppo tardi per me, chi mai mi vorrebbe, e poi mi sono già abituata a stare da sola.
Ma io vedevo come indugiava con lo sguardo sulle coppie nei caffè, come fingesse che non le importasse, ma a casa accendeva vecchi film romantici.
Fino a qualche mese fa, quando mi ha detto quasi per caso:
— Ho… una persona.
L’ha detto a bassa voce, quasi giustificandosi. All’inizio non avevo nemmeno capito subito. Poi mi è venuto in mente. Ero divisa tra due emozioni: da un lato, ero davvero felice, dall’altro – dentro di me qualcosa si era stretto.
Mi ha raccontato che è più giovane. Molto più giovane. Allora ho scherzato:
— Beh, l’importante è che non sia della mia età.
Lei ha riso nervosamente e ha cambiato argomento. E lì qualcosa dentro di me ha sussultato, ma ho deciso di non approfondire.
Non l’avevo mai visto. Nessuna foto, nessuna voce, niente. Mia mamma sembrava volerlo tenere nascosto. Ha detto solo:
— Poi, poi, quando tutto sarà… beh, più serio.
Ho deciso di non intromettermi. È la sua vita, non la mia. Anche se nella mia testa scorrevano immagini: mamma e un ragazzo che potrebbe essere suo figlio. E mi sentivo strana – da una parte non volevo giudicare, dall’altra accettare completamente era difficile.
L’incontro era fissato per domenica. Andavo verso casa sua cercando di non pensare al fatto che ero già arrabbiata con lui. Tipo, perché ti avvicini a lei, hai tutta la vita davanti, e lei ha già vissuto tanto. E allo stesso tempo pensavo: forse lui è a posto, forse ama davvero.
Salgo al piano, suono il campanello. Le mani tremano, il cuore batte forte, come se stessi io avendo un appuntamento, e non lei. Mia mamma ha aperto la porta così velocemente, come se mi stesse aspettando lì dietro. Gli occhi brillano, la pettinatura, il vestito – non la vedevo così da tanto tempo.
— Oh mio Dio, sei arrivata! — ha quasi gridato, facendomi entrare. — Vieni, te lo presento.
E in quell’istante l’ho visto.
E mi si è spento tutto.
Era il mio compagno di scuola.
I nostri sguardi si sono incrociati, è diventato pallido, poi ha sorriso impacciato:
— Aspetta… abbiamo frequentato la scuola insieme?
Mamma passava lo sguardo ora su di lui, ora su di me:
— Vi… vi conoscete davvero?
Siamo coetanei. Abbiamo poco più di trent’anni. Mia mamma – ha più di cinquanta. Ecco lui che sta accanto a lei, con la mano sulla sua spalla, e la chiama per nome. E in quel momento mi sono sentita così a disagio, come se li avessi colti a fare qualcosa di intimo, anche se stavano solo in piedi nel corridoio.
Ho iniziato a ridere per prima. I nervi cedevano.
— Beh, questo è un colpo di scena…
Anche mia mamma ha riso nervosamente, lui ha alzato le spalle:
— Il mondo è piccolo. Molto piccolo.
Siamo andati in cucina. Tavola apparecchiata, tutto casalingo: insalate, carne al forno, torta. Mamma si preoccupa, versa il tè, sistema la tovaglia, si angoscia per ogni dettaglio. Io sedevo e li osservavo da un lato.
Quello che mi ha colpito di più è stato: lui si rivolgeva a lei non come a una “signora più anziana”, non come a un’opzione temporanea, ma come a una persona che rispettava sinceramente. Non vezzeggiativi, non “oh, sembri così giovane”, ma frasi normali e tranquille:
— Sei stanca, siediti, ci penso io.
— Mi hai detto che hai mal di schiena, dai lasciamo stare, poi si sistema.
Raccontava di quanto avesse faticato a instaurare relazioni con le coetanee, di come si fosse sempre sentito attratto da chi era più grande, più tranquillo. Diceva che era stanco dei giochi, del “oggi mi va, domani no”. Con la mamma, secondo lui, per la prima volta si stava sentendo veramente tranquillo.
All’inizio, mi sembrava assurda solo l’idea: è mio coetaneo. Ricordo come sedeva al banco, con quelle stesse scarpe da ginnastica consumate, e ora sta uscendo con mia mamma. La differenza di età tagliava il cervello. Ma più li guardavo, meno vedevo quel “più giovane-più vecchio” e più – semplicemente due persone, che stavano bene insieme.
Ho colto un momento in cui mamma lo ha guardato. Non come a “un giovanotto”, ma come a un sostegno. C’era tanta fiducia e calore che mi è venuto da piangere. Da tanto tempo nessuno si prendeva cura di lei così.
Quando stavo per andare via, lui è andato in camera a prendere il telefono, mamma mi ha accompagnato alla porta.
— Beh… — ha chiesto sottovoce. — Sei molto contraria?
Ho guardato lei. Mia mamma, con le rughe agli occhi, leggermente imbarazzata, ma luminosa dentro, come una volta quando era giovane.
— Io… mi abituerò, — ho detto onestamente. — Ma mamma, lui è un bravo ragazzo. Si vede.
Le sue labbra hanno leggermente tremato:
— Temevo tanto che lo rifiutassi solo per l’età.
E lì sono stata sopraffatta. Ho capito che guardavo di più la situazione attraverso la lente di “cosa penserebbe la gente” e “come appare”, piuttosto che semplicemente “ma lei è felice?”.
Sì, è della mia età. Sì, a qualcuno potrebbe sembrare strano. Ma per la prima volta dopo tanti anni ho visto che mamma non sta solo “esistendo”, ma sta vivendo. Ride, è emozionata, fa progetti.
A volte la vita offre combinazioni così strane che all’inizio vorresti nasconderti, voltarti altrove, e poi capisci: quante occasioni abbiamo di vera vicinanza, per scartarle a causa dei numeri sulla carta d’identità?
Quindi mi chiedo: riuscireste ad accettare il fatto che il partner di un vostro genitore sia un vostro coetaneo? Oppure l’età per voi sarebbe comunque un confine insormontabile?



